Frammenti di una storia
Cap.5
Il capitano Raydor era seduta bancone del Bootleg, sorseggiava il vino rosso, suo fedele compagno nelle serate solitarie e ogni tanto scambiava qualche parola con il barman Joe.
Non avrebbe mai immaginato di ripensare a quell’idiota del tenente Flynn e di apprezzare il suo comportamento. Doveva ammetterlo: quel giorno era stato eccezionale. Se avesse scommesso con Gavin, avrebbe perso, e non le sarebbe piaciuto.
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Sulla scena del crimine era successo qualcosa che non doveva capitare. Erano stati colti di sorpresa, qualcosa non aveva funzionato. Nell’abitazione dove si era consumato un delitto, c’erano tracce di sangue sparse in giro. Una brutta atmosfera e poi la sorpresa: un ragazzo aveva preso in ostaggio un tecnico della scientifica. Girava un sacco di gente, troppa confusione. Un momento di silenzio, di grande stupore e poi, tutti avevano tirato fuori le armi e le avevano puntate contro il ragazzo. Gridavano di arrendersi, il ragazzo era agitato, frastornato da tutte quelle urla. Sudava e la mano con la pistola tremava, era circondato e non sarebbe andato lontano. Aveva paura. Era una situazione pericolosa e improvvisa, aveva preso alla sprovvista tutti quanti. Quel ragazzo non doveva essere lì, o meglio qualcuno avrebbe dovuto accertarsi che fosse disarmato. Le indagini avrebbe spiegato il perché di quella situazione.
Il capo Johnson ordinò di rimanere fermi, doveva calmare gli animi. Ed ecco che si fa avanti il tenente Flynn, si toglie la giacca, fa vedere che è disarmato e si avvicina al ragazzo. Il tono della voce pacata. Le parole che aveva usato, la persuasione con cui l’aveva convinto ad arrendersi, i gesti e la serenità con cui si era fatto consegnare l’arma, l’avevano meravigliata. No, dal tenente Flynn non se lo sarebbe mai aspettato. La calma e la pacatezza delle parole, non facevano una grinza. Nessuno si era fatto male ed era questo il vero risultato. Era stato bravo, doveva ammetterlo. Per fortuna c’era stato il lieto fine. Ricordò che l’aveva fissato bene e aveva notato il sedere sodo e tondo. I pantaloni cadevano morbidi. Senza giacca, con le bretelle viola che spiccavano, era impossibile non vederlo. “Sharon, fai la brava …!” si disse, sorrise e scosse il capo. Prese il calice di vino e lo sorseggiò piano piano. Aveva un buon sapore che le lasciò una bella sensazione. Strano, ripensò che era la stessa sensazione che aveva avuto dopo aver parlato con il tenente Flynn. Il capo Johnson gli aveva fatto i complimenti davanti e tutti e poi l’aveva spedito al FID per aver disubbidito ad un suo preciso ordine. Così si erano rivisti in ufficio. Il tenente aveva quel sorrisetto sexy, che la faceva impazzire. Era gentile e annuiva al discorso del rispetto degli ordini, delle regole e di tutto il resto. La fissava e sorrideva, chissà perché? Sharon cercò di mantenere un atteggiamento professionale e risoluto. Lo rimproverò, senza troppa convinzione, perché in fondo aveva svolto un ottimo lavoro, però doveva ricordargli chi comandava.
«Quindi siamo d’accordo tenente Flynn? Se il capo Johnson dà un ordine, si ubbidisce, ok?!»
«Siamo d’accordo capitano Raydor, sarà forse la prima volta. Sono d’accordo. Sa con tutto quel trambusto, non ho sentito bene gli ordini del capo Johnson.» sorrise e fece spallucce. Con quei due occhi da cucciolo abbandonato e la sguardo da simpatica canaglia, Sharon non se la sentiva di rimproverarlo, tanto meno di punirlo, come le aveva chiesto il capo Johnson.
«È solo un richiamo verbale. Non ci saranno conseguenze sul suo fascicolo. Ho parlato con il capo Johnson ed è d’accordo.»
«Bene, ne sono contento. Le devo un favore.»
Sharon sorrise, tanta gentilezza da parte del tenente Flynn la stupiva. Silenzio.
«Mi ha sorpreso il modo con cui ha convinto quel ragazzo a consegnare la pistola. Ancora non riesco a spiegarmelo.»
«Sono un uomo pieno di sorprese.» ammiccò «Non trova?» disse felicemente sorpreso per le parole della donna. Aveva attirato la sua attenzione.
«Ha svolto un ottimo lavoro, le faccio i miei complimenti.» era sincera. Flynn si alzò e fece per uscire, si fermò un momento «Se è interessata a conoscere le mie armi di persuasione …» sorrise sornione e la fissò negli occhi. Ci fu un momento di silenzio, si fissarono negli occhi.
«Mi illumini.» ammiccò, voleva vedere fino a dove si sarebbe spinto. Si leccò le labbra e lo provocò.
Il tenente Flynn si avvicinò alla scrivania accanto alla sedia di Sharon e si appoggiò alla scrivania. Stava rischiando parecchio, ma si sentiva fortunato. Mise le braccia conserte e guardò in alto «Vediamo …» fece finta di pensare a qualcosa.
Sharon sorrise scosse il capo e si alzò. Sentiva la carica sessuale di quell’uomo che sprizzava sesso da tutti i pori. Pensò che fosse un idiota! Un bell’idiota! Nel Dipartimento giravano tante voci sul tenente Flynn. Anche il procuratore Hobbs, aveva sottolineato le rotondità sexy del tenente Flynn. Con Andrea i discorsi diventavano sempre piccanti, mancava solo Gavin a sottolineare altri aspetti sexy del tenente. Erano in piedi, l’uno vicino all’altro, Flynn si alzò e si avvicinò al viso della donna «La devo ringraziare per non aver segnalato nulla sul mio fascicolo personale. Per contraccambiare il favore vorrei invitarla a cena. Con l’occasione, saprò come illuminarla sulle mie doti di persuasione e le spiegherò come …» mormorò con voce suadente. Stava rischiando parecchio, ma era la sua occasione.
«Ci sta provando tenente? Le ricordo che sono …» fece la ritrosa, ma forse sperava in qualcosa di più. La vicinanza del tenente le piaceva, anzi l’eccitava. Non si spiegava il perché, ma quell’uomo aveva attirato la sua attenzione e adesso pendeva dalle sue labbra.
«Ssssstttt….» Flynn mise il dito vicino alla bocca di Sharon come per zittirla «Mi risponderà …»
Sharon sentì un brivido lungo la schiena, la voce calda e sensuale la fece trasalire «Ci pensi questa notte, capitano.» mise la mano in tasca e lasciò un bigliettino sulla scrivania, si voltò, sorrise e uscì.
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Sharon si riprese dai suoi pensieri, prese il calice di vino e ne sorseggiò un poco. Era buono, ne aveva proprio bisogno. Che giornata strana! Appoggiò il calice e prese il biglietto che aveva messo sotto il bicchiere. Aprì il biglietto, sorrise e scosse il capo.
«È un biglietto che si trova nei biscotti della fortuna?» chiese Joe, ma conosceva la risposta.
«Un invito inaspettato … che dici Joe, dovrei accettare?» sorrise.
«Dal suo sorriso capitano, credo che accetterà …»
«Ottima intuizione Joe, ottima intuizione.» lasciò i soldi per pagare il conto e uscì.
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Continua …
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